SCHEDA MORFOLOGIA DELL’INGLESE ANTICO
Pronuncia e spelling dell'inglese antico
Dalla scrittura runica vengono accolti due simboli: (þ) thorn e (ƿ)
wen, per esprimere rispettivamente la fricativa interdentale sorda e
sonora e la semivocale bilabiale, resi in un primo momento con th e u,
uu. A questi va aggiunta il simbolo ð (eth).
Un'altra peculiarità grafica è æ (æsh), nome della corrispondente
lettera runica tipica dell'anglosassone.
Sebbene i due suoni u, v fossero distinti nella pronuncia i due
grafemi erano usati indistintamente, con preferenza di v in posizione
iniziale, anche perché il suono consonantico [v], rappresentato con il
grafema f, non si trovava mai in posizione iniziale in aing. e nelle altre
lingue germaniche. L'uso di v con valore consonantico ed u con valore
vocalico fu introdotto dagli scribi anglo-normanni (very, voice sono di
origine francese).
Vocali
- æ [æ ], e ed o sono suoni aperti; œ nei rari casi in cui appare si
pronuncia come la ö ted. di schön; y [iu] del fr., ü del ted. la vocale
perde progressivamente l'arrotondamento ed alla fine dell'aing.
rappresenta solo una variante grafica di i.
Dittonghi e digrammi
I dittonghi
sono suoni lunghi, vengono indicati dagli editori con il
segno di lunga sul primo elemento, sono discendenti con il primo
elemento più forte del secondo più debole. Sono più fonetici di quelli
dell'inglese moderno, infatti sono più rappresentativi dello spelling: éa